Knife; Salman Rushdie.
- annatalamini
- 5 gen
- Tempo di lettura: 1 min

Dopo 30 anni dalla condanna a morte per aver scritto “I versetti satanici” l’autore viene aggredito e accoltellato da un giovane fanatico che compie questo gesto senza una precisa convinzione, quasi per sentito dire, non avendo letto i suoi libri e non avendo chiaro chi sia la persona che sta tentando di uccidere. La questione dell'uccidere senza una precisa convinzione è cruciale tra le domande che l'autore si pone in tutto il libro.
Rushdie sopravvive seppur con grande fatica e ben presto si accorge che il solo modo per ricominciare a scrivere è partire da quello che gli è successo. Condivide in modo lucido pensieri e sensazioni aprendo importanti riflessioni sul corpo, sul trauma e sul senso della propria quotidianità, sul fatto che tutto ciò che abbiamo può esserci tolto in un momento.
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