L’autrice torna con un libro complesso che partendo dal tema della molteplicità delle identità digitali come punto di partenza per descrivere le dinamiche che portano ad abbracciare idee politiche distruttive e totalitariste. Questo processo avviene attraverso la creazione di un doppio immaginario che contiene ciò che su di noi non vogliamo vedere e accoglie proiezioni, rabbie e paure.
Ci sono alcune pagine necessarie (397/411) che da sole valgono l’intero libro. Sono pagine in cui l’autrice mostra come l’ideologia sionista si appropri e totalizzi la cultura ebraica, giustificando massacri in nome della ferita mai elaborata dell’Olocausto e liquidando ogni critica alla violenza commessa dagli stessi ebrei con l’accusa di antisemitismo.
E’ un libro che richiede tempo per essere letto e metabolizzato, ricco di bibliografia e di citazioni accurate. Per fortuna che ancora ci sono intellettuali così precisi e onesti che ci aiutano ad orientarci.
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